Tarocchi La Morte – Astrolinee.it Cartomanzia
L’Arcano n. 13 è contraddistinto solo dal numero in molti mazzi ed è conosciuto notoriamente come l’Arcano senza nome. La tradizione popolare invece gli attribuisce il nome “La Morte”, sbagliano e condizionando quello che è l’interpretazione dell’Arcano. Il timore che suscita questa carta è collegato a uno dei tanti atteggiamenti superstiziosi relativi a questo numero, infatti il 13 è ambiguo, può essere di buon auspicio, oppure no. La morte distrugge il corpo e tutte le dolcezze della vita, ma mette fine anche al dolore e alla disperazione, quindi rappresenta la fine di una cosa e l’inizio di un’altra, una distruzione che porta al rinnovamento. E’ riduttivo limitare l’Arcano XIII al significato tradizionale di “morte”, vi si può leggere una grande trasformazione, una rivoluzione, un cambiamento radicale. “La Morte” è la porta di un mondo che contiene i tre livelli classici citati dalla tradizione ermetica ed occulta. Il primo è costituito dal mondo degli inferi, rappresentato dall’asse verticale indirizzato verso il basso e che non ha limiti, cioè tende all’infinito. Il secondo di questi mondi è quello terreno che si estende orizzontalmente in ogni direzione ed in cui confluiscono l’est e l’ovest, il nord e il sud.Il terzo e ultimo è quello celeste che, contrariamente al mondo degli inferi, si innalza seguendo la direzione indicata da un asse immaginario senza timore e senza che alcun ostacolo possa impedirglielo, dato che la sua caratteristica è l’espansione infinita. La figura del “Matto” e della “Morte” hanno uno stretto parallelismo; entrambi gli arcani nascondono un simbolismo duale ed in alcuni casi ambivalente ma mai ambiguo, dato che la pazzia e la morte sono due realtà. Gli studiosi hanno notato che l’Arcano del “Matto” e quello della “Morte” formano un’accoppiata inseparabile, carica di significati emblematici. L’ inquietante personaggio raffigurato impugna la sua falce vitale (rossa) e spirituale (azzurra), lavora sulla natura, sulla propria natura profonda. Il manico della falce è giallo, colore dell’intelligenza: il lavoro è stato desiderato, pensato, e ora viene portato a termine. Lo scheletro rappresentato non è bianco, ma rosa, simbolo della vita che va oltre la morte. La falce è l’arma del sacrificio psicologico a cui deve sottostare l’iniziato per passare dall’esistenza all’ essenza. Lasciando il mondo dell’apparire, egli penetra in quello dell’essere, la cui pace e serenità sono visibili sui volti nel terreno. Il suolo nero su cui lavora l’Arcano XIII, ricorda la nigredo dell’alchimia, oppure il fango da cui spunta il loto nella tradizione buddista. Il nero è il colore dell’inconscio, del mistero profondo. Sul suolo vediamo due teste incoronate, non sappiamo se siano state mozzate, oppure se emergano dall’oscurità, così pure non è dato sapere se le mani e i piedi che vediamo a terra, siano stati mozzati, oppure stiano crescendo come germogli. Le teste conservano le loro espressioni come se rimanessero vive: una di esse porta una corona, simbolo della sovranità, dell’intelligenza e della volontà che non abdicano morendo. I lineamenti dei volti mantengono espressioni serene, quasi sorridenti, perché gli affetti non muoiono e l’anima vive anche dopo la morte fisica. Anche se porta dentro di sé l’azione divina, l’aspetto dello scheletro con la falce incute terrore, soprattutto per la casualità con cui questo personaggio agisce, senza mostrare alcun rispetto per la bellezza della vita. Ma la sua azione ci indica la via della trasformazione, conducendoci dalla mortalità all’immortalità della coscienza individuale. Ciò che è, cambia aspetto, ma non viene mai distrutto: noi dobbiamo la nostra esistenza effimera a ciò che chiamiamo Morte: il profano deve morire per rinascere ad una vita superiore: se non muore al suo stato di imperfezione, non può compiere nessun progresso iniziatico. Un’infinità di miti, testi sacri di qualsiasi religione, nonché opere d’arte di carattere iniziatici, come per esempio la Divina Commedia, hanno per argomento una discesa nel mondo dei morti che porta ad un radicale cambiamento del protagonista, a una trasformazione di tutte le capacità che prima erano solo latenti e non ancora in grado di aprirsi al divino, perché mescolate ad impurità. La discesa nel regno dei morti significa perciò andare fino in fondo a sé stessi, nelle oscurità della propria natura, là dove Jung chiamava “la caverna degli assassini” che ogni uomo ha dentro di sé. A carta diritta La Morte è il simbolo della trasformazione interiore necessaria quale tappa inevitabile nel cammino dell’evoluzione. Rappresenta un momento di rinnovamento nella vita sia affettivamente che materialmente, un distacco dal passato, il contrario della staticità e dello stagnante per accedere ad un futuro pieno di promesse. E’ inteso anche come disillusione o invito a vedere con distacco una realtà non solo materiale. Il consultante ha ottime capacità di giudizio e di discernimento che gli consentono di prevedere gli ostacoli e dominare gli eventi e i suoi progetti, anche quelli che sembrano irrealizzabili, troveranno quindi possibilità di attuazione. Tutto ciò ha però un prezzo da pagare, troncare con il passato fa sempre un po’ male e l’inizio di una nuova fase della vita può essere segnato da un momento di crisi in quanto ci si può sentire impreparati ad un’evoluzione inattesa. L’Arcano allude a tutto ciò che deriva dal passato, gli insegnamenti, i segreti, le eredità e alla notte, al buio, al mistero, la saggezza, le influenze dei defunti. A carta rovesciata perde tutto il potenziale di successo e rinnovamento; il cambiamento fa paura e viene vissuto molto male, con dispiacere e disperazione, malinconia, ansia, scoraggiamento e vittimismo. In seguito ad una sconfitta, un ritardo, un ostacolo il programma esige di essere prontamente rivisto. Lentezza, immobilismo, incapacità di adattamento, atteggiamenti negativi o inadeguati alla situazione, il tutto aggravato dalla mancanza di autostima, pessimismo, masochismo, attaccamento alle abitudini, carenza di risorse e di appoggi, violenza, ribellione, azioni segrete e perverse. Quando le carte vicine lo confermano può indicare morte, un distacco, una perdita, un lutto. La verità è pesante da accettare, il prezzo da pagare è duro.