Il Libro dei Mutamenti, I Ching in cinese, è senza dubbio uno dei libri più importanti della letteratura mondiale. Quasi tutto ciò che è più grande e più significativo nei tremila anni di storia culturale cinese, ha preso ispirazione da questo libro, o ha esercitato un’influenza sulla interpretazione del suo testo. Circa la sua collocazione temporale i pareri sono discordanti, ma collocano la stesura del volume intorno al 1000 a. C. Entrambi i due rami della filosofia cinese, il Confucianesimo e il Taoismo, hanno le loro radici comuni in questo libro, da cui la filosofia della Cina, la sua scienza e la sua arte di governo, non hanno mai cessato di attingere. Nel 1150 a.C. circa, re Wên, mentre era prigioniero del tiranno Sinn, organizzò i “Sessantaquattro Esagrammi”, codificandone i complessi significati. Fu lui, con ogni probabilità, a chiamarlo Libro dei Mutamenti. A Confucio venne invece attribuita la stesura dei Commenti e di parte delle Appendici del Libro dei Mutamenti. L’I Ching fu uno dei rari volumi classici che non vennero bruciati al rogo dal tirannico imperatore Ch’in Shih Huang Di nel III secolo a.C., e riuscì anche a sopravvivere al successivo ostracismo della scuola di pensiero del Feng Shui (una particolare disciplina geomantica). La filosofia di base dell’I Ching è semplice: in ogni situazione della vita, si può scegliere una mossa buona o una cattiva, ma visto che l’esistenza è una sequenza disordinata di situazioni molto complesse, l’I Ching cerca di semplicare il contesto in due vie, quella migliore e quella peggiore. Se siete saggi sceglierete quella migliore, altrimenti sceglierete quella peggiore. L’I Ching ci aiuta a riflettere, ci indica alcune strade e alcuni consigli, e alla fine lascia a noi la scelta. II linguaggio dell’I Ching ha affascinato anche Carl Gustav Jung. Secondo il grande psicoanalista, la lettura e la comprensione dei 64 esagrammi può aiutarci ad ascoltare la voce dell’inconscio per interpretare meglio noi stessi e la vita. Jung considerava questa tecnica un mezzo efficace per allenare le capacità intuitive di cui tutti siamo dotati, ma che vengono soffocate dal continuo ricorso alla logica che caratterizza il nostro pensiero. La mentalità occidentale è più portata ad analizzare, valutare, classificare la realtà in base al principio lineare di causa-effetto. Invece l’idea che un cinese si fa del momento presente è “rotonda”: ogni istante, cioè, è vissuto anche nella sua “qualità”, fatta di passioni,emozioni e sogni. Quest’idea si avvicina molto al concetto di “sincronicità” elaborato da Jung: sincronicità vuol dire saper cogliere ogni sfaccettatura della situazione che si sta vivendo. Interpretare un responso in un senso o in un altro, secondo Jung, non è un caso, ma è un segnale che arriva dall’inconscio, che indica una possibile strada da seguire e che siamo liberi di imboccare oppure no. L’I Ching è una raccolta di pensieri etico- filosofici molto apprezzata, ma anche un molto discusso sistema divinatorio, costituito da un complesso sistema di esagrammi e da tre monete da lanciare. Ognuno dei 64 esagrammi è composto da sei linee spezzate (energia yin) o intere (energia yang). Le linee possono essere “fisse” (YIN o YANG) oppure “mobili” (YIN che diventa YANG o YANG che diventa YIN). Attraverso il ripetuto lancio di tre particolari monete, il consultante costruisce l’esagramma profetico che serve per individuare il responso alla domanda posta.